Guardo l'aperta campagna dal finestrino di un treno e mi trovo costretto ad ammettere una ignoranza pressoché totale sulle colture che si susseguono in una epifania di campi, serre, frutteti.
Me ne rammarico e me ne vergogno un po'.
A volte ci stupiamo e sorridiamo della ignoranza altrui ma ora mi trovo irrimediabilmente cittadino a constatare di non sapere e di non avere idea di come colmare questo pauroso distacco dai tempi e dai ritmi della terra.
Emmevù
domenica 14 giugno 2009
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