Siamo al crepuscolo della coscienza civile e al tramonto del vivere civilmente la comunità. Siamo al crepuscolo delle indignazioni e, senza sussulti, ci uniformiamo a un andazzo generale e generalizzato. Non abbiamo la ironica dignità dell’orchestrina del Titanic, ci manca spessore morale, nerbo, cultura e per tanto lasciamo fare salvo sfuriate isteriche legate a piccolissime particolari personali che, per lo più, annoiano le maggioranze.
Perché, sia chiaro, c’è sempre una maggioranza che se ne frega e non c’è rivendicazione maggioritaria: da ciò deriva che qualsiasi lamentela può anche essere sacrosanta ma non smuoverà mai una maggioranza.
Tante, infinite, minoranze scontente si vanno formando nella condanna a essere sempre e per sempre minoranza.
Il grottesco è che questo tramonto non è colto appieno, non se ne ha percezione condivisa, e quando saremo al buio non sono neppure certo che ci guarderemo intorno con fare interrogativo e sgomento.
Postare ermetico? Si può.
Coglierlo non è fondamentale. Davvero.
È l’autunno delle coscienze, del pensiero condiviso e di buon senso, e …chiedo scusa per l’ottimismo.
Emmevù
3 commenti:
un "ottimismo" condiviso da molti
Io credo che, per la coscienza civile, sia già notte ma, evidentemente, non sono un ottimista.
Io credo che la capacità - sociale ben prima che politica - di indignazione non ci sia più se non in pochi e non organizzati.
Solo una precisazione, per quel che vale: per scelta condivisa da Piesse e da me questo blog non ha connotazioni politiche nè legate alle polemiche spicciole.
Il senso del post è su un autunno delle coscienze e del buon senso civico, civile.
Un (piccolissimo) appello al cervello perchè non funzioni solo sul proprio particolare tornaconto ma partecipi anche alla convenienza della collettività.
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