lunedì 11 maggio 2009

ermetica

ci sono tempi e tempi.
ci sono momenti che tutto pare andare per il verso giusto ed altri che le cose ti sfuggono via come in un infinito piano inclinato.
resta da fare e da lavorarci sù.
non è tempo che di rimboccarsi le maniche e lasciare al tempo il tempo di dirimere verità da menzogne.
è roba di fare se si sa e tacere se non si è in grado di fare.
faticosamente mi provo a fare aspettando primavere tardive.
intanto pedalo, intanto metto fieno in cascina.
se la primavera tarda l'inverno è sempre puntuale.
credetemi.
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ci bevo sopra e consiglio farlo bene

emmevu
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www.stradadelsagrantino.it



I
l Montefalco Sagrantino Docg o Sagrantino di Montefalco Docg prendono il nome dall’omonimo vitigno da cui vengono prodotti. Coltivato da secoli sulle pendici delle colline umbre, il Sagrantino viene considerato autoctono, nonostante siano varie le ipotesi riguardanti la sua origine. Alcuni, infatti, lo ritengono di provenienza spagnola, altri credono sia stato importato dai primi frati francescani, altri ancora introdotto in Italia dai Saraceni. Questa Docg contribuisce in larga parte ai meriti acquisiti dalla regione umbra come produttrice di vini pregiati, già conosciuti e consumati nel Rinascimento dai papi e dai governatori. La zona di produzione comprende l’intero territorio dei comuni di Montefalco, Bevagna, Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi e Giano dell’Umbria siti in provincia di Perugia. La resa massima di uva non deve essere superiore ad 80 quintali per ettaro di vigneto in coltura specializzata. Le operazioni di vinificazione e di invecchiamento obbligatorio devono essere effettuate nell’ambito territoriale dei comuni compresi nella zona di produzione. La resa massima dell’uva in vino non deve essere superiore al 65% per il “Montefalco” Sagrantino “secco” e al 45%, riferito allo stato fresco dell’uva per la tipologia “passito” le cui uve subiscono un appassimento su non inferiore ai 2 mesi. Il vino “Montefalco” Sagrantino “secco” e “passito” non possono essere immessi al consumo se non dopo aver subito un periodo d’invecchiamento di almeno trenta mesi, di cui almeno dodici in botti di legno il “secco” , mentre per il “passito” non è previsto invecchiamento obbligatorio nel legno. I periodi d’invecchiamento decorrono dal 1° dicembre dell’anno di produzione delle uve. Il Sagrantino passito si accompagna a preparazioni dolci a pasta non lievitata, abbastanza consistenti, in particolare pasticceria da forno, crostate con marmellate di more o di altri frutti rossi. Va bevuto come vino da meditazione o accompagnato a formaggi pecorini molto piccanti quando è invecchiato. Il Sagrantino secco invece và abbinato a grandi arrosti, cacciagione, selvaggina da pelo e formaggi a pasta dura.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

ermetico è dire poco!
laura

Anonimo ha detto...

Sempre credo sia il tempo di fare e se si può di fare bene e tanto! Coraggio. I Blog servono anche a tirare fuori sassolini dalle scarpe.

Anonimo ha detto...

A prescindere dai sassolini nelle scarpe e dalle malignità generiche che affliggono un po' tutti... consiglio sempre, quando si ha voglia di ritrovare "un senso alle cose" e un po' di letizia, la lettura della poesia "Lentamente muore" di Neruda (non è ironico e chi la legge scoprirà il perchè).

Non che io sia una profonda conoscitrice ed appassionata di poesia, ma questa mi ispira sempre.
La riporto qui sotto.

"Lentamente muore chi diventa schiavo dell'abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,
chi non cambia la marcia,
chi non rischia e cambia colore dei vestiti, chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle "i" piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che
fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all'errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo, chi e' infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l'incertezza per inseguire un sogno,chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,
chi non legge,chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l'amor proprio, chi non si lascia
aiutare; chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o
della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l'ardente pazienza porterà al raggiungimento di una
splendida felicita'."

Pablo Neruda
...............e Maria Alessia