La guardo sconsolato; so di doverla buttare nell’immondizia. Ho finto di non vedere gli angoli lisi prima e la traccia di telaio in ferro che usciva da un buco in basso a sinistra poi.
Continuavo a lodarne l’ottimo cuoio; mi pavoneggiavo del ben visibile e noto marchio; mi confortavo della perfetta adeguatezza delle sue tasche.
Di fronte a vetrine di valigerie la confrontavo con nuovi modelli e riflettevo su quanto possa essere diventato costoso (troppo) sostituirla con una pari livello e come altri modelli, decisamente più abbordabili, non reggano il confronto.
Ripensando a quando mio padre me la regalò e a quanti viaggi avevamo fatto insieme andavo avanti a convincermi di avere una, splendida, quarantott’ore.
Gli eventi sono fatalmente precipitati quando la cerniera lampo del vano principale si è, irrimediabilmente, incastrata.
Inutilizzata e inutilizzabile, la guardo sconsolato alla vigilia di un, piccolo, nuovo viaggio. Partirò con un più ingombrante trolley.
Ok. Non guarirò mai dall’affezionarmi agli oggetti.
emmevù
sabato 23 maggio 2009
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1 commento:
Una volta dovetti buttare la Valigia, con la v maiuscola, appartenuta a mio nonno.
Tutta fibbie e cuoio e chiusure di metallo era mangiata completamente dalla ruggine ed era ridotta uno schifo.
Me le sono ricordata leggendo questo post.
Grazie.
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