venerdì 5 settembre 2008

grecanico

GRECANICO
Vino bianco
(Sicilia)
Gradi: 12,5%

Pomeriggio lento e fastidioso in cui cerco di recuperare una notte di (troppo) poco sonno. Arriva ora di cena, l’umore è basso, mio padre bussa a cibo. Lo faccio attendere mentre metto su una pentola d’acqua a bollire.
La pasta consola.
Il cibo, in generale e di più quando riesce giusto, consola.
Parto con una pasta con verdure crude ma cambio idea. Acciughe a “sfragranarsi” con un po’ di vino bianco. Le guardo. Mi viene aggiungere capperi e olive, erbette. Poi pomodori tagliati a dadini. Peperoncino quanto basta. Il profumo promette.
Quando scolo manteco in una salsa spontanea e fluida. Decido mollica di pane per assorbire intingolo lento.
(tornerò sull’uso della mollica di pane vagamente abbrustolita e sui suoi usi taumaturgici; la mia parte siciliana lo richiede).
La pasta in tavola, piatto unico, mantiene le promesse e consola.
Modifica, migliorandolo, l’umore.
Mi viene in mente la umana simpatia del commissario Montalbano del maestro Camilleri e mi ci riconosco in toto.
Si gode.
È godimento intenso sia per i profumi e il sapore, sia per la soddisfazione di una improvvisazione ma ragionata ben venuta.
Il buon cibo migliora l’umore. So che mai rischierò anoressia: casomai adipe.
Piatti generosi per mio padre e per me e se solo avessimo coda si scodinzolerebbe di gusto.
La serata è migliore, molto migliore, di prima di cena.
Il vino trovato freddo di frigo va perfettamente.
Si sta alzando un giusto alito di vento e “chi se ne fotte” di qualche zanzara.
Godessero pure loro.
A voi breve cenno al vino.

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“Dai pendii di Giummarella, terra di tradizione di vite, un vino dal profumo fine ed intenso con note evidenti di agrumi e di frutta, dal sapore fresco ed elegante. Colore giallo paglierino.”

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